Una domenica di settembre
….pronti… via….
Si perché il mister Gianluca non usa mai la formula “pronti, mezzo,
via”, come a segnalare che non ci sono mezze misure, il momento è arrivato e non
si scherza più, SI CORRE!
Nel momento prima della partenza c’è la ricerca della concentrazione.
Sembra una danza arcaica: c’è chi cerca la battuta con l’amico, chi
nervosamente continua a sistemare i lacci delle scarpe, chi accusa piccoli
insignificanti acciacchi in ogni parte del corpo e chi si ritira in
introspezione. A modo suo ognuno cerca la perfetta carica mentale, mai troppa
perché la tensione ti sfinisce, nè troppo poca per non arrivare “molli”.
E poi quelle tre lettere …VIA. Un respiro smisurato, una botta di
spalle e il carro si mette in moto. La testa è giù, forse troppo, quasi a
volersi nascondere, a seguire con gli occhi appena socchiusi la ruota che gira,
gira e gira. Ogni metro percorso è una piccola conquista, ed ogni volta a
dirmi: “fin qua ci siamo”. Siamo ormai all’altezza del cinema Italia, “fin qua
ci siamo”; e assieme alle ruote, anche la mente inizia a fare i suoi giri. Mi
vengono in mente quelle immagini degli allenamenti sotto il sole cocente o la
pioggia battente, quella preparazione che inizia durante l’inverno.
Il carro rallenta, gli occhi che erano socchiusi a cercare la
concentrazione si aprono un istante, è il momento più duro. Quelle due curve e
la strada che sembra impennarsi verso il cielo. “Serve dare qualcosa in più” mi
sento urlare. E allora spingo sui quadricipiti, accorciando il passo e
caricando sulle gambe. Per fortuna la risposta arriva, il carro riprende una
buona andatura. “Fin qua ci siamo!” E ora il lungo rettilineo verso “la curva
della caraffa”. Le difficoltà aumentano, il sudore cola e brucia sugli occhi. I
compagni rincorrono il carro lo spingono a loro volta a furia di incitamenti
“Daaaaai” “Bene così” ma anche “A caea” “A se ferma”. Quando la strada sale non
ti puoi più nascondere, diceva Eddy Merckx. Un po come la vita: c’è sempre una
strada in salita e la crisi prima o poi arriva. Ho quasi la voglia di mollare,
ma una piccola torsione della testa mi ricorda che ci sono anche i miei
compagni in quel carro e che vanificherei anche i loro sacrifici. Proprio in
quel momento sento urlare: “Dai tosi tutti insieme” e da lì l’unione degli
intenti si trasforma in ruote che girano. “Fin qua ci siamo”. Dai l’ultimo
sforzo, giù la testa, lungo sul carro, c’è da cambiare ritmo, la strada spiana.
Non corro più, volo, o almeno a me sembra sia così! E giù via a denti stretti
fino alla chiesa di Santa Maria. Sono pochi secondi ma sembrano eterni, sono
pochi passi ma non si arriva più. “Finita”, cedo il mio posto nel carro ad un
altro folle con la maglia ROSSA.
Anche per quest’anno è fatta, 5’07” al cambio; non dolore ma gioia, non
sudore e fatica ma qualcosa di meraviglioso che ti esplode dentro. Grazie Fioi
de a careta!
Il capomastro
Alessandro Cervi
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